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giovedì 7 luglio 2016

Ricordanze (sbaglio o mi sembra che lo abbia già scritto qualcuno altro?!) di quattro adolescenti

Potrei iniziare, parafrasando una famosa canzone, con: "eravamo quattro amici al bar", anche se in effetti stazionavamo tutto il pomeriggio sul marciapiede antistante il suddetto bar, in quanto ci mancavano due requisiti fondamentali per essere ammessi nel tempio delle libagioni... l'età e cosa più importante i soldi in tasca. Eravamo talmente a secco che per comperare un semplice gelato dovevamo fare la colletta tra noi per mettere insieme la somma necessaria che ci poteva regalare momenti di pura felicità. Raccolto il capitale, anche rivendendo al tabacchino i fumetti usati precedentemente presi da lui, ci accingevamo all'acquisto dell'agognato "RICOPERTO AL CIOCCOLATO CON LO STECCO". Non era tanto il fresco dolce ad attirarci quanto lo stecco in legno, la cui primaria funzione era per noi quella di tenere tirata la leva della gettoniera del bigliardino per avere a disposizione un numero indefinito di palline. Tutto questo avveniva sotto l'occhio ma soprattutto l'orecchio dell'oste, sempre pronto ad intervenire in caso di illecito, che nonostante la radio a tutto volume ed i nonni che briscolavano ferocemente all'interno del buio e fumoso locale, riusciva a percepire chiaramente il rumore del goal in porta, il tonfo delle 200 lire nella gettoniera ed il raschiare della leva che faceva cadere le palline per una nuova partita. Si può dire che eravamo un quartetto amante del rischio.. voi direte "tutti amavano correre questo rischio", si è vero ma tenete presente che l'unico mezzo che avevamo a disposizione per una fuga veloce erano due biciclette in quattro! Dicevamo amanti del rischio ma anche di una sana attività motoria svolta sia nella corsa, dopo aver suonato tutti i campanelli sul cancello (compresi quelli di chi faceva il turno di notte e dormiva di giorno) che nel ciclismo in cui i due componenti maschi del gruppo facevano sfoggio delle loro doti atletiche scarrozzandoci sulla canna della bicicletta tutto il giorno. Certo per noi ragazze era un enorme sacrificio ma che facevamo volentieri per potere regalare loro polpacci formidabili e polmoni da far invidia al primatista mondiale di apnea. Inoltre era prevista un'ulteriore ricompensa particolarmente gradita dai maschietti. La merenda preparata con tanta fantasia, come quella volta in cui si siamo cimentati nella produzione di un profitterol... Fatta la spesa nella bottega sotto casa (facendo segnare sul conto della mamma a sua insaputa il totale degli acquisti... sempre amanti del rischio e senza soldini) ci accingevamo a riempire secchi e striminziti bignè con una specie di panna da noi montata con l'aiuto della cucina (nel senso delle piastrelle, pavimento ecc.) quando si presenta un problema come copriamo i bignè che non abbiamo la cioccolata? E scatta subito l'idea geniale dovuta alla grande ossigenazione (dei tessuti cerebrali e non solo) prodotta dall'attività motoria precedentemente svolta... Ma con il budino ovvio che poi metteremo in frigorifero per consolidarsi...
Certo è che in quel periodo di grande attività ciclistica abbiamo avuto il piacere di conoscere ed entrare in confidenza con tutte le buche delle strade cittadine e del territorio reggiano